" Ccà dinto,'o vvuo capi,ca simmo eguale?...
...Muorto si'tu e muorto so' pur'io;
ognuno comme a 'na'ato é tale e quale" eguale?
è tale e
Pochi metri nel sottosuolo
millenni di storia chiusi nella città parallela
Agosto 2020 * Lara Branchi *
Collocate nel Rione Sanità ed esattamente all’interno della Basilica di Santa Maria della Sanità sono il segno tangibili di una Napoli molto antica, il suo nome lo si deve al Vescovo San Gaudioso che qui sembra abbia trovato degna sepoltura.
La necropoli risale al periodo greco-romano quando ancora non si chiamava rione Sanità e la zona rimase pressoché disabitata per tutto il periodo del basso medioevo anche a causa delle colate di fango e detriti che ricoprirono tutta l’area chiamate “lave dei vergini”.
Dopo la trafugazione delle reliquie del santo e per paura di ulteriori furti di reliquie extra moenia, nel secolo IX si decise di trasportare i resti dei santi Severo e Gennaro all’interno delle mura di Napoli.
Le catacombe tornano in funzione nel XVI secolo dopo il ritrovamento di un affresco della Madonna della Sanità del V-VI secolo coperta dal fango, la più antica effige della madonna.
Solo intorno al 1500 inizia l’urbanizzazione della zona e nel 1577 avviene la costruzione della basilica.
All’apogeo sottostante si accede attraverso una scala, il luogo riporta agli occhi la pratica della sepoltura a “scolatoio” ovvero la macabra usanza di far sedere in una apposita nicchia il cadavere per la perdita di tutti i liquidi corporei raccolti in un secchiello sottostante, la pratica era eseguita dallo “schiattamuorto” ovvero il becchino che doveva letteralmente forare i corpi per permetterne la defluizione di tutti i liquidi.
La pratica chiamata anche “cantarelle” in napoletano terminava una volta che le ossa venivano ripulite e messe nell’ossario mentre i teschi venivano murati e il corpo veniva ridipinto sulle pareti, per identificarne lo status e la professione, come successo a Giovanni Balduccio che qui trovò riposo, il suo corpo lo si riconosce propri per quella tavolozza tenuta in mano, questo fu la sua paga in cambio dei lavori eseguiti sui muri della catacomba.
Le straordinarie Catacombe di San Gennaro
un viaggio tra santi e vescovi
Direttamente con accesso dalla collina di Capodimonte, direttamente di fianco alla Chiesa Madre del Buon Consiglio le catacombe si sviluppano su due livelli che probabilmente dovevano in passato essere addirittura tre, con spazi decisamente ampi.
Le catacombe raccoglievano i resti mortali del Santo Patrono di Napoli. La sua tomba, ricavata in un cubiculum del V secolo, funse da fulcro per lo sviluppo della Cripta dei Vescovi, ovvero il luogo, sito nella catacomba superiore, dove erano sepolti i vescovi della città.
Le catacombe di San Gennaro presentano testimonianze pittoriche particolarmente rilevanti e antiche e di sicuro interesse è la basilica adjecta, una basilica sotterranea a tre navate, realizzata dopo il trasferimento dei resti di San Gennaro.
Con oltre 3000 sepolture la città verticale ha ancora molto da restituire perché per quanto possiamo sapere la storia non è ancora finita.