Guai a chi lavora aspettando le lodi del mondo: il mondo è un cattivo pagatore, e paga sempre con l’ingratitudine.
5 ottobre 2024 * William De Biasi
Guai a chi lavora aspettando le lodi del mondo: il mondo è un cattivo pagatore, e paga sempre con l’ingratitudine.
Poi però, come una nube oscura che travolge un cielo sereno, tutto finì.
Nel 2000, il Collegio Salesiano chiuse i battenti, abbandonando i suoi alunni e i suoi insegnamenti.
La decisione fu come un fulmine a ciel sereno per tutti coloro che avevano vissuto tra quelle mura.
La struttura, una volta viva e vibrante, iniziò a deteriorarsi. I corridoi che erano stati testimoni di lacrime di gioia e di celebrazioni si ritrovarono vuoti, silenziosi e dimenticati.
Oggi, dopo ventiquattro anni di abbandono, il Collegio Salesiano è solo un pallido ricordo di ciò che era.
Entrandovi, si percepisce un'atmosfera densa di malinconia. L’aria è pesante e stagnante, mentre la polvere regna sovrana su ogni superficie.
Ogni passo che faccio lungo i corridoi produce un eco inquietante, un richiamo a un passato che sembra sfuggire sempre di più dalla memoria collettiva.
Ogni porta chiusa racconta di storie mai concluse, di promesse non mantenute e di sogni andati perduti.
Le aule, un tempo piene di colore e vita, adesso sono svuotate.
I banchi, ridotti a semplici scheletri di legno, giacciono inerti, testimoni di un'era di scoperte.
I vetri rotti delle finestre raccontano di tempeste e di cadute, mentre il vento freddo ulula attraverso le aperture, portando con sé un senso di tristezza e desolazione.
Sento il rumore dei miei passi che calpestano il vetro frantumato, ed ogni pezzo è un ricordo spezzato, un frammento della vitalità che un tempo riempiva questo luogo.
Camminando, mi perdo nei pensieri.
Immagino i ragazzi che un tempo correvano lungo questi corridoi, immaturi e pieni di speranze. Cosa è successo loro? Quali strade hanno intrapreso?
Mentre il silenzio avvolge le stanze e il vociare dei giovani svanisce nel nulla, inizio a comprendere che il collegio non è solo una struttura fisica: è un simbolo di opportunità, di crescita e di realizzazione personale.
La sua caduta in rovina rappresenta la perdita di qualcosa di prezioso, di un rifugio che un tempo offriva sostegno e calore.
Le ombre danzano sulle pareti, creando un'atmosfera inquietante.
Mi rendo conto che questi spazi non raccontano solo la storia di un istituto, ma anche quella di tanti giovani. La paura di perdere le proprie radici, di vedere svanire i propri sogni in un istante, è palpabile.
La luce che un tempo illuminava queste aule è ora solo un ricordo sfocato, un abbaglio distante.
Mentre esploro il collegio, mi sento sopraffatto dalla tristezza.
Non solo per ciò che è stato perso, ma anche per ciò che avrebbe potuto essere.
Ogni angolo del campus esorta a pensare all’implacabile passare del tempo, al modo in cui le cose possono cambiare, a volte inesorabilmente.
Ogni rumore, ogni scricchiolio tra le uniche assi di legno rimaste, è un lamento che riecheggia tra le mura abbandonate.
Eppure, in mezzo a questa desolazione, c’è una scintilla di speranza.
Potrebbe esserci ancora la possibilità di rinascita.
Forse un giorno, queste mura torneranno a vibrare, ad essere nuovamente un luogo di apprendimento e di crescita.
Ma per ora restano qui, immobili e silenziose, a ricordarci che, anche quando il tempo sembra averci tolto tutto, non possiamo dimenticare le storie, le esperienze e l’amore che hanno attraversato queste stanze.
Il Collegio Salesiano vive ancora nei ricordi di coloro che hanno avuto il privilegio di essere parte della sua storia.
Malgrado il degrado, il suo spirito rimane, insieme ad un’ eco lontana di risa e speranze, pronto a risvegliarsi se qualcuno avrà il coraggio di dare una nuova vita a questa eredità tanto amata.
Finché ciò non avverrà, resta qui, un monumento all’innocenza perduta e alla fragilità dei nostri sogni.
Incredibile sei arrivato fin qua...!
Complimenti e grazie per aver letto il mio articolo.
Se ti chiedi perché non fornisco indicazioni dettagliate su molti dei posti che visito, beh, devi sapere che purtroppo questi luoghi vengono presi di mira da vandali, ladri e rigattieri.
Si vuole evitare quindi che ciò possa succedere. Spero che tu capirai.
Scopri di più sull’esplorazione urbana nella mia sezione “URBEX e LA SUA STORIA”
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