Il silenzio è una delle esperienze più profondamente strazianti che un cuore possa vivere, soprattutto quando è il risultato di un abbandono. Non parlo del silenzio assordante di una stanza vuota, ma di quello silenzioso e palpabile che si insinua nell’anima.
Il castello di Caronia fu eretto nel XIII secolo dai Rossi, una famiglia che avrebbe segnato profondamente la storia della regione.
Nel XIV secolo, precisamente a metà del secolo, il castello passò sotto la proprietà di Giacomo de' Rossi, consolidando ulteriormente l'importanza strategica e simbolica della struttura.
Nel 1408, il castello cadde nelle mani dei Terzi, ma non ci volle molto affinché ritornasse ai Rossi. Durante questo periodo, prendendo il nome di "Castel Maria di Caronia", il castello onorava Pier Maria II de' Rossi, un esponente di spicco della famiglia.
Con il passare degli anni, nel 1480, Pier Maria Rossi destinò il castello di Caronia nel suo testamento al figlio Bertrando, lasciandogli un'eredità storica e militare non indifferente.
Tuttavia, i conflitti non tardarono ad arrivare. Nel 1482, durante le tensioni tra i Rossi e Ludovico il Moro, il castello venne occupato dalle truppe ducali, ma Guido de' Rossi riuscì rapidamente a riprenderne il controllo.
Dopo la sconfitta di Guido, il castello passò a Bertrando, legittimo erede.
Ma il destino continuava a riservare sfide al castello. Nel 1495, a causa della Battaglia di Fornovo, il castello subì devastazioni quando fu incendiato dalle truppe svizzere al soldo di Carlo VIII di Francia.
Successivamente, dopo la morte dello zio Bertrando, Troilo I de' Rossi ereditò il castello insieme al feudo di Berceto. Tuttavia, con il tempo, il castello entrò in crisi. Scipione I de' Rossi, schiacciato dai debiti, vendette nel 1666 il castello al comune di Parma, che lo abbandonò a sé stesso.
Nel XVIII secolo, i gesuiti decisero di ricostruire sui resti di quello che era stato il castello ed edificarono la Villa dei Gesuiti, destinata a diventare residenza estiva del collegio dei Nobili. Così, del castello originario non rimane più traccia, rimpiazzato dalla villa che oggi sovrasta ciò che resta della sua gloriosa storia.
La trasformazione da roccaforte a residenza estiva simboleggia non solo un cambiamento architettonico, ma anche e soprattutto il passare del tempo e il mutare delle priorità sociali e culturali.