In un'epoca in cui le battaglie ecologiche sembravano utopistiche e irraggiungibili, negli anni '60, un uomo si alzò in piedi contro l'indifferenza del mondo.
18 settembre 2024 * William De Biasi
In un'epoca in cui le battaglie ecologiche sembravano utopistiche e irraggiungibili, negli anni '60, un uomo si alzò in piedi contro l'indifferenza del mondo.
La morte di Benzi fu il colpo finale per quello che era diventato un baluardo di resistenza: lo spazio chiuse le porte, venne abbandonato, inghiottito dall’incuria.
Oggi, dopo anni di silenzio e oblio, il Museo Shangri-La ha ritrovato una nuova, seppur malinconica, ribalta. Un vai e vieni di persone, mosse dalla curiosità di fotografare ciò che resta di quel mondo, varcano la soglia di quello che ormai è solo un ricordo sbiadito. All'interno, tra la polvere e i resti del passato, si scopre ancora un universo di emozioni, racchiuso in oggetti variopinti e disparati.
A far capolino tra tutto ciò una vastità di bambole e bambolotti con i loro volti tristi e melanconici, un esercito silenzioso in attesa di qualcuno che finalmente li riporti a casa. Lo sguardo di queste figure, un tempo amiche fedeli dei bambini, oggi sembrano esprimere una muta supplica, un richiamo dolce e disperato verso un passato più felice.
In mezzo alle felci che hanno preso il sopravvento, un cavallino a dondolo spunta timidamente, come se cercasse di rivivere l'eco delle risate infantili che un tempo risuonavano tra quelle mura. Ogni oggetto, ogni angolo di quel luogo, racconta una storia fatta di memorie intime e collettive, un mosaico di esperienze umane che il tempo ha tentato invano di cancellare.
Le fotografie catturate dai visitatori moderni sono come finestre su un mondo perduto, immagini che riescono a restituire, almeno in parte, la magia di quel museo unico. I loro scatti ritraggono non solo gli oggetti, ma anche l'anima stessa del luogo, imbevuta di nostalgia e struggente bellezza.
C’è chi dice che camminando tra i resti del Museo Shangri-La si possa ancora percepire la presenza di Benzi, il fondatore appassionato di questo tesoro dimenticato. Forse il suo spirito vaga tra le stanze, affiancando i visitatori e raccontando loro le storie di un’epoca lontana, quando quegli oggetti avevano una vita propria, una funzione, un significato.
È impossibile non provare una profonda tristezza di fronte a tale desolazione. Shangri-La non è più il vivace museo che era un tempo, ma un malinconico monumento a ciò che è stato e mai più sarà. Tuttavia, nella sua rovina, continua a insegnarci il valore della memoria, dell’ambiente e della passione individuale.
Così, mentre il sole tramonta dietro le colline del basso Piemonte, le ombre lunghe avvolgono dolcemente quei relitti del passato. E nel silenzio della sera, sembra quasi di sentire un ultimo, tenue eco del sogno di Benzi, sospeso tra le fronde e il cielo.
E mentre i curiosi continuano a visitarlo, la loro ricerca di magia incontra il freddo abbraccio della realtà, lasciando una domanda inquieta: che fine ha fatto il sogno di un mondo migliore?
Incredibile sei arrivato fin qua...!
Complimenti e grazie per aver letto il mio articolo. Se ti chiedi perché non fornisco indicazioni dettagliate su molti dei posti che visito, beh, devi sapere che purtroppo questi luoghi vengono presi di mira da vandali, ladri e rigattieri.
Si vuole evitare quindi che ciò possa succedere. Spero che tu capirai.
Scopri di più sull’esplorazione urbana nella mia sezione “URBEX e LA SUA STORIA”
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