La chiesa abbandonata di San Andrea al Navello

La chiesetta di San Andrea al Navello è un piccolo oratorio ricco di storia e di affreschi, oramai in parte dimenticato. Fu Andrea Ciocca, un ricco signorotto milanese, certamente non nobile ma ricco, che nel 1599 volle la costruzione della chiesetta e proprio di fianco alla sua umile dimora estiva. Venne edificata nel 1606 e consacrata l’anno successivo.
Il ricco signorotto si riservò il diritto di patronato perchè venisse celebrata una messa in memoria di sé, dei suoi predecessori e successori, nonché di sostenere l'osservanza del rito festivo da parte dei numerosi residenti di Cascina Lavello e dei dintorni, che spesso avevano difficoltà a partecipare alla Santa Messa a causa della distanza dalla chiesa parrocchiale e delle difficili condizioni della viabilità, soprattutto nel periodo invernale.

In seguito alla crisi economica dei Ciocca fu Enea Crivelli a ottenere il riconoscimento del patronato sull'oratorio e l'autorità di sceglierne i cappellani che si susseguirono fino agli inizi del ‘900
La facciata della piccola chiesa presenta due nicchie a conchiglia contenenti due statue in arenaria oramai rovinate dalle intemperie.
L’interno a navata unica è ricco e sfarzoso, quasi a voler stabilire un netto contrasto con la semplicità dell’esterno, un vero e proprio fiorire di affreschi, tele e stucchi.
Nella volta dell’abside trovano posto putti poco aggraziati, teste d’angelo tipiche dello stile barocco, mentre gli affreschi rappresentano episodi della vita di Gesù, divisi in tre gruppi di 6-4-6 formelle.
Nel rosone centrale a forma ottagonale è raffigurata la Vergine Maria incoronata dal suo Divin Figlio.
Le pareti laterali erano un tempo completamente coperte da dodici grandi tele, cinque delle quali furono asportate dal marchese Uberto Crivelli per essere restaurate, ma andarono distrutte nei bombardamenti aerei su Milano dell'agosto 1943.
Le rimanenti sette erano raccolte in cornici di stucco, geometricamente divise da quattro lesene affrescate con le figure dei 12 apostoli che vennero trafugate negli anni '50-'70, così come statue, acquasantiere, balaustre e persino qualche mattonella di marmo rosa del pavimento.