Senza tregua l’albero prende lo slancio e freme con le sue foglie le sue infinite ali
22 giugno 2024 * William De Biasi
Senza tregua l’albero prende lo slancio e freme con le sue foglie le sue infinite ali
La cucina sembrava custodire la promessa di un domani che non sarebbe mai arrivato; un sogno di convivialità rimasto intrappolato nei suoi stessi muri. Ogni oggetto, ogni utensile, tradiva una volontà di continuare a vivere, di ricordare quei giorni di sole e di gioia.
Eppure, la casa era silenziosa. Il bosco, con i suoi rumori di vita e di natura, sembrava avvolgerla in un abbraccio protettivo, come a volerla difendere dall’oblio.
Tra le stanze, molti libri sparsi narravano storie di viaggi e avventure. Le pagine ingiallite, consumate dal tempo, attendevano qualcuno che le leggesse, che risvegliasse le parole e le avventure racchiuse in esse. Erano i custodi di ricordi, di riflessioni, di smarrimenti e ritrovamenti: saggi su terre lontane, romanzi d’amore, poesie di un cuore in tumulto.
Era come se avessero mantenuto in essere l’anima della casa, un'anima che continuava a battere, seppur silenziosa.
Il bosco attorno ad essa era un abbraccio naturale, le sue radici penetravano nel terreno e sembravano espandersi fino a toccare le fondamenta della dimora.
Gli alberi, con la loro saggezza millenaria, proteggevano quel tesoro dimenticato, facendo da guardiani a un passato che giaceva in attesa di essere scoperto.
C’era una triste bellezza in tutto ciò; ogni angolo di quella casa raccontava di un tempo che non c’era più, di amori e lacrime, di risate e di addii.
Si percepiva una nostalgia palpabile nell’aria, come se anche il bosco avesse voluto piangere la sua perdita. Una casa bella e maledetta, avvolta nel fogliame, una capsula del tempo che portava i segni di una vita vissuta, ora ridotta a una serie di ricordi inafferrabili.
Eppure, nel suo abbandono, la casa continuava a vivere, a respirare attraverso le storie che sedevano sulle scaffalature e fluttuavano nell’aria. Non era solo un corpo inerte, ma un’anima che attendeva silenziosa, speranzosa che qualcuno tornasse a visitare il suo mondo, a risvegliarne i colori e a rivivere quelle vite che avevano reso quel luogo speciale.
Incredibile sei arrivato fin qua...!
Complimenti e grazie per aver letto il mio articolo.
Se ti chiedi perché non fornisco indicazioni dettagliate su molti dei posti che visito, beh, devi sapere che purtroppo questi luoghi vengono presi di mira da vandali, ladri e rigattieri.
Si vuole evitare quindi che ciò possa succedere. Spero che tu capirai.
Scopri di più sull’esplorazione urbana nella mia sezione “URBEX e LA SUA STORIA”
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