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03 novembre 2022 * William De Biasi
ll complesso del Mulino Ugliengo si estende nella parte sud della città ed è baricentrico a tutto il tessuto urbano, posto tra il nucleo abitativo di antica formazione, le nuove zone di espansione abitativa e il Naviglio d’Ivrea.
Era il lontano 2013 quando si parlava di un suo riutilizzo, uno stravolgimento rispetto all’impiego iniziale, sulle sue ceneri infatti dovevano nascere un albergo, una zona residenziale e zone commerciali. Un cambiamento radicale, è vero, ma in tal modo si sarebbe costruito sul costruito andando a preservare una struttura con un passato ed una storia. Sono trascorsi invece 11 anni e nulla è successo, se non il decadimento del complesso stesso, con importanti crolli che ne hanno mutato l’aspetto e le condizioni costitutive.
La struttura del mulino nella sua originalità risale al XV secolo, ovvero nello stesso periodo di realizzazione del Naviglio d’Ivrea, canale artificiale che venne costruito nel 1468 da Jolanda di Savoia per collegare la città di Ivrea a quella di Vercelli e per irrigare le campagne del Vercellese.
Fu il governatore del Naviglio d’Ivrea ad acconsentire alla realizzazione di un Molino in territorio di Santhià nel 1479. All’epoca l’impianto era sostanzialmente costituito da cinque ruote a pale: quattro servivano per la macinazione di granaglie, mentre una quinta movimentava le attrezzature di una pista da riso. Quest’impostazione non cambiò nel corso dei secoli, rimanendo fondamentalmente invariata sino alla seconda metà dell’Ottocento.
Nel tempo il molino è stato utilizzato principalmente per la molitura e la lavorazione dei cereali come riso, mais e frumento ma anche, in tempi più recenti, come fonte di energia elettrica: si deve al Cavalier Ugliengo, allora proprietario del complesso, l'installazione delle prime turbine per la produzione di energia elettrica, con l’affido in seguito, da parte dell Comune di Santhià, dell’appalto per la fornitura ed installazione della prima illuminazione pubblica elettrificata nel 1896.
Oltre ad essere stato un riferimento per l'economia locale, i materiali e le soluzioni strutturali utilizzati fanno di questo complesso un'eccellente testimonianza di architettura industriale, conservandone ancora il fascino nonostante il notevole degrado in cui oggi versa.
La vicina centrale Idrometrica sorge sull’asta del Naviglio d’Ivrea in corrispondenza dell’omonima Stazione Idrometrica. Storicamente il salto idraulico della Stazione Idrometrica di Santhià alimentava il Mulino del Cavaliere Ugliengo per la produzione della forza motrice. Agli inizi del 1900 l’Amministrazione dei Canali Demaniali Cavour utilizzò il dislivello per alimentare la Stazione Idrometrica di Santhià.
Pezzi di storia che si intrecciano, testimonianza di un passato che rischiamo di perdere sia per la sua architettura industriale sia per quanto riguarda il trascorso agricolo di questo territorio.
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