29 ottobre 2023 * William De Biasi
Girovagando sempre alla ricerca di spunti fotografici mi imbatto in questa strana struttura che da subito ha attirato la mia curiosità, in mezzo alla campagna spunta questa torre di epoca ottocentesca, la torre realizzata in mattoni era probabilmente la parte terminale di un giardino e riserva di caccia della vicina villa, e in men che non si dica eccomi dentro!
La curiosa torre detta “del Belvedere” è composta da una struttura a base quadrata sormontata da due piani interni ed un ulteriore piano con affaccio sulla sommità della torre stessa, il piano terra risultava affrescato e conserva i segni di pitture all’interno di una nicchia con mensola in marmo, sempre al piano terra era presente sul lato destro una scala in pietra che accedeva al primo piano, nonostante la mancanza oramai quasi totale della scala troviamo il sistema per arrampicarci al secondo piano ed ecco che dinanzi a noi si apre una seconda stanza sempre a pianta quadrata con un bellissimo soffitto diviso a spicchi e affrescato con tonalità molto accese, la scala prosegue al secondo piano e arriviamo questa volta dentro ad una stanza a pianta ottagonale, veniva chiamata anche piccionaia, un tempo infatti era uso nelle case di campagna ma anche in quelle più signorili avere per l'appunto una zona ( di solito il sottotetto) dedicato alla sosta ed al sostentamento dei piccioni, scopo nobile? Assolutamente no, anzi serviva proprio per il recupero delle uova per frittate e di piccioncini da fare arrosto, ed era un sistema per evitare che venissero a sporcare nella villa padronale.
La particolarità è l’interno di questa piccionaia, ogni singola nicchia riporta un numero oramai quasi tutti cancellati, riusciamo ad intravedere i numeri 516, 517, 518 e la fila sotto con i numeri 600, 601, 602, non so quale possa essere stato il motivo, forse per tenere monitorata la deposizione delle uova da parte dei piccioni, ed il tutto veniva poi trascritto in un apposito registro,
La presenza di questa torre ci lascia intuire che dietro al grosso cancello in ferro battutosi si nasconde quindi non una semplice cascina ma un edificio monumentale dove le ricche famiglie si sono susseguite negli anni.
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