15 ottobre 2023 * William De Biasi
Il suo ricordo è ancora ben radicato in tutti quei ragazzi che a cavallo tra gli anni 60 e gli anni 70 hanno avuto la fortuna di venire qua a ballare, di lei ora non resta altro che uno scheletro vuoto mangiato dai vandali ed un’insegna oramai coperta dall’edera, al suo interno tutto è stato asportato il resto è stato letteralmente cannibalizzato.
La discoteca era molto conosciuta, a cavallo tra gli anni 60 e 70 ha fatto ballare migliaia di persone che vi giungevano da ogni dove, serate con ospiti importanti del calibro di Lucio Battisti, Pooh, New Trolls, Baglioni, De Gregori, Dalla, Cocciante, Patty Pravo, Ornella Vanoni, Formula Tre.
Il Sabato si arrivava fino a qua con la mitica A112, e c’era chi faceva 50 km con la vespa in mezzo alla nebbia, come ricorda qualcuno, la domenica pomeriggio invece i ragazzi arrivavano con il treno fino alla stazione e poi a piedi fino a qua.
Dopo tante serate dal vivo e l’arrivo dei disc jockey, dopo aver suonato ogni genere di musica, dalla musica dal vivo all’afro, la discoteca Majora sente il bisogno di rinnovarsi, almeno nel nome e tra il 1994 ed il 1995 si trasforma in “Matis bum bum club” anche la serata della domenica si reinventa, troviamo di fatti una locandina con l’inaugurazione della nuova “domenica pomeriggio” al Peter Pan, ma tutti questi cambiamenti non servono, il suo destino è segnato e nel 2005 il locale chiude definitivamente.
Oggi purtroppo la cattedrale della musica è terra di nessuno, dopo i ladri di rame gli sciacalli e i vandali, disperati e senza tetto vi trovano casualmente rifugio soprattutto nel periodo invernale,
Nel 2019 è stato anche teatro di un omicidio, un regolamento di conti tra senza tetto, probabilmente per un posto letto, dalle notizie trovate in rete la discoteca sarà quasi sicuramente rasa al suolo, al suo posto l’ennesimo supermercato di cui probabilmente avremmo tutti fatto a meno, con il rischio che poi resti un semplice cubo di cemento per mancanza di nuovi insediamenti commerciali all’interno dell’area, cosa tra l’altro successa già diverse volte in situazioni analoghe.
Una discoteca che ha segnato le mode, creato abitudini e fatto ballare migliaia di persone, al punto che nel 2014 Gianni Menta racconta la sua storia in un linro chiamato appunto " Goodbye Majorca".
Ed anche noi la salutiamo consci di quello che ha lasciato per quattro generazioni di giovani che sotto le sue mura hanno vissuto emozioni ascoltato grandi musicisti e ballato la migliore dance del momento.
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