Schiavo,
quel popolo costruiva cattedrali,
emancipato,
non costruisce che orrori
Una Cattedrale tra le acque, questo è quello che oggi appare se ci si avvicina a questa chiesa nel periodo sbagliato, o nel periodo giusto a seconda dei punti di “vista fotografici”.
Una collocazione sicuramente triste quello di questa graziosa chiesa, vicino agli argini della confluenza dei fiumi Taro e Po.
Eretta nel 1580 sulle rovine di una precedente costruzione religiosa, considerata una chiesa sussidiaria, sicuramente nei secoli scorsi la zona non era soggetta ad allagamenti, poi con il cambiamento climatico la situazione è cambiata e nell’arco dei secoli sempre più spesso l’intera area veniva interamente sommersa dalle acque dei due fiumi, rendendo inutilizzabile la Chiesa, ecco quindi la scelta di abbandonarla definitivamente, ad un triste destino, quello del saccheggio prima e poi dell’oblio.
La chiesa oggi purtroppo abbandonata presente degli stucchi graziosi sul tempietto dell’ingresso, (prima metà del ‘700), anche l’interno, per quel poco che resta era interamente decorata, dal soffitto alle pareti, restano poche tracce, ma da quel poco si può immaginare la magnificenza del posto.
Come dicevo nel periodo invernale la chiesa viene invasa dal Fiume Taro, che ne lambisce le fondamenta quasi a volerla rapire, la struttura è a pianta longitudinale, sul fondo della navata un’abside con ciò che resta dell’altare Maggiore, che era interamente ricoperto da marmi, una cappella ed un campanile che ancora resiste, dalle foto di archivio si nota un edificio sul lato sinistro della chiesa, molto probabilmente trattasi della orami fu canonica, oggi praticamente inesistente.
La chiesa ed il campanile sono ancora provisti in parte di tetto, ma gravi dissesti statici stanno comunque portando la chiesa al crollo, tenuta in piedi solo da madre natura che vi si avvinghi intorno e la stringe a se come per non lasciarla ad un destino oramai segnato.
Dai dati a noi giunti nel 1906 è stato totalmente rifatto l’altare maggiore, mentre ulteriori interventi dell’intera struttura sono avvenuti tra il 1933 ed il 1934 e successivamente tra il 1955 ed il 1956.
E come sempre succede, lasciamo dopo i nostri scatti anche questa bellezza dimenticata, con un pezzettino di malinconia, consci del fatto che questa potrebbe essere l’ultima volta che riusciremo probabilmente a vedere questa ennesima meraviglia ancora fotografabile, e con religioso silenzio chiudiamo virtualmente la porta alle nostre spalle.
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