28 gennaio 2023 * William De Biasi
Questo posto era una delle più importanti officine di riparazione ferroviaria in Ungheria, per gli abitanti di Budapest questo posto si chiama Istvántelek, per il resto del mondo questo nome è Red Star graveyard, il luogo dove i treni andavano a morire, più di 100 locomotive e vagoni ferroviari marciscono, alcuni in depositi in rovina, altri direttamente a cielo aperto, tra questi ci sono alcuni treni davvero molto rari.
Costruito all'inizio del XX secolo come cantiere di riparazione per la ferrovia nazionale, le officine furono pesantemente danneggiate durante la seconda guerra mondiale. La struttura fu ricostruita e dello scalo ferroviario sono ancora in uso solo alcune parti meridionali, mentre la maggior parte è abbandonata, le locomotive a vapore furono sostituite dai motori diesel e queste vecchie glorie portate qua, un luogo silenzioso, straordinario, che racchiude al suo interno delle vere meraviglie meccaniche, che cercano di resistere al tempo che passa, vecchie glorie che hanno fatto la storia del trasporto del '900, come l'esemplare di Mav 424 pesante 137 tonnellate, con la stella rossa da cui prende nome questo posto.
Lentamente la neve inizia a scendere, quasi a voler coprire, anzi a voler nascondere ciò che resta, i fiocchi cadono lentamente e quando si depositano a terra non si schiacciano né si comprimono, ma si appoggiamo semplicemente l’uno sull’altro, ed è qua in questo silenzio ovattato che dinanzi a noi in mezzo ai mezzi arrugginiti troviamo i vagoni merci tedeschi che avrebbero trasportato gli ebrei ungheresi ad Auschwitz.
Il primo treno per Auschwitz partì il 28 aprile 1944 dal campo di Kistarcsa, vicino a Budapest, con 1800 ebrei.
Immagino le grida dei gendarmi...
- Più svelti! Più svelti! Avanti, sfaticati! –
Tutti in fila verso la stazione, dove li attendeva un convoglio di carri bestiame, qualche pagnotta e qualche secchio d’acqua, infine i carri vennero chiusi.
Un lungo fischio squarciò il silenzio.
Le ruote si misero a sferragliare, ebbe così iniziò il loro ultimo viaggio.
In totale furono 438.000 gli ungheresi deportati nei campi di sterminio in solo 3 mesi.
Oramai madre natura si sta lentamente riprendendo i suoi spazi, tutto si sta lentamente consumando e sotto le intemperie non resterà ancora troppo tempo per poter vedere queste meraviglie, che invece di marcire qua andrebbero recuperate e restaurate, ma come sempre accade l’uomo continua ad essere noncurante di tutto ciò che lo circonda.
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