15 febbraio 2022 * Ilenia Benso – XxX urbex intruders *
Un suono ci scuote dal sonno, è la sveglia, un'altra giornata di esplorazioni ci aspetta… Assonnati ci prepariamo, fuori il cielo è coperto e la pioggia, leggera ma incessante, inizia a innervosirci, ma la curiosità e l'emozione di nuovi luoghi ci spinge ad affrettarci e uscire. Arriviamo presto alla nostra meta, prepariamo velocemente la nostra attrezzatura mentre speriamo di tutto cuore sia accessibile.
Una stradina lungo un bosco ci conduce in quello che è il parco di questa villa; sobbalziamo al passaggio di un coniglio che spaventato si nasconde tra i cespugli. Un giro di perlustrazione e sul retro troviamo l'uscio aperto, quasi a invitarci ad entrare, "Permesso" risuona con un flebile eco. Alla nostra sinistra troviamo una cucina austera, minimal, l'arredamento è di poco pregio. Un'ampia stanza a vetrate, la immaginiamo colpita dalla luce dall'alba, con i suoi toni arancioni, il tepore che colpisce il viso mentre la famiglia si riunisce per la colazione e i bambini pronti per la scuola cincischiano davanti alla tazza dei cereali.
Vi sono scatoloni gettati qua e là, come pronti per esser portati via. Dal lato opposto una sala da pranzo, le infiltrazioni stanno facendo danni ingenti, parte del soffitto è crollata e una grande finestra ormai coperta da muschio sembra voler celare a sguardi indiscreti i segreti al suo interno. Al centro un tavolo, su cui una bottiglia blu cattura i raggi di una luce particolare.
Una dispensa, un camino che da anni ormai non viene usato; è uno strano ambiente, avvolto dalla penombra, il silenzio, pesante, ci mette a disagio, l'unico suono è il gocciolio dell'acqua che filtra dal tetto in più punti, rimbalza su diverse superfici creando una melodia quasi inquietante. Proseguiamo e per un attimo sembra di esser catapultati altrove; una stanza moderna e in buono stato fungeva da studio con un androne luminoso che invita al salotto, divani in pelle, camino, un televisore e un angolo bar sono attorniati da pareti rosso porpora, il contrasto che ci accoglie è impressionante: un lato della stanza è quasi perfetto, l'altro invece è ormai distrutto dall' acqua e l'intonaco purpureo si sfalda, come fosse una ferita sanguinante. La poltrona all'angolo è irriconoscibile. La pioggia che scende dal tetto l'attraversa come una piccola cascata e ne ha plasmato a suo piacimento le linee, giace in una piccola pozza, ha un aspetto primitivo, quasi fosse fatta di roccia e muschio.
Qui parte del soffitto è crollato, tra le macerie una scacchiera, nessuno più passerà le serate d'inverno, cullato dallo scoppiettio del fuoco, a studiare mosse e strategie cercando "lo scacco matto”.
La strana luce filtra da una finestra colpendo la poltrona, un rampicante si insinua all' interno tra le crepe del muro.
Ci tratteniamo per qualche scatto, prima di proseguire ai piani superiori...
Qui i pavimenti non sono in buono stato, così ci dividiamo per non "pesare" troppo sulle solette... A questo piano vi sono le camere da letto. Ancora i letti hanno la biancheria, anche se muffa e calcinacci piano piano copriranno tutto, negli angoli vi sono bacinelle e catini, un misero tentativo di fermare l'acqua? Il legname del parquet è gonfio e pregno d'acqua, ci muoviamo con attenzione, ci colpisce una camera, le scarpe posate sulla panca, pronte per esser indossate al mattino, il cappotto appeso.
Come se chi vi dormiva, non avesse dubbio sull'esserci al risveglio. Una strana sensazione ci pervade, uno strano senso d'ansia.
F
orse il freddo, il martellante gocciolio che si insinua nella testa, forse la stanchezza, forse…Spesso di fronte a questi abbandoni iniziamo con mille congetture, cosa sarà mai successo?
Come mai lasciare tutto così? Perché non curarsi di salvare oggetti e ricordi di una vita? Ma a queste domande, purtroppo, raramente troviamo risposta. Un corridoio azzurro e buio prosegue verso una stanza, un letto, una sedia, qui niente crolli, è perfetta; svoltiamo l'angolo e sotto i piedi di uno di noi il pavimento flette, più avanti un buco ci permette di intravedere la sala di sotto... Vi sono altre stanze su quest'ala della casa, in una entriamo rimanendo sulla soglia, data la precarietà del pavimento. Non ci arrischiamo ad entrare, è troppo compromessa.
Sul letto infatti, è crollato il soffitto e l'acqua entra copiosa quasi ovunque. Il mostro del tempo la sta inghiottendo a poco a poco e presto non resterà più nulla, né di essa né della stanza al piano inferiore, collasserà su di essa, nascondendo ogni cosa.
Torniamo sui nostri passi meglio, ancora qualche scatto e siamo pronti ad uscire nuovamente sotto la pioggia. Di fronte a noi vi sono i garage, entriamo tanto saranno vuoti pensiamo, invece!!! Due auto, di cui una Toyota Land Cruiser e una Ford Escort! Alcuni macchinari catturano la nostra attenzione! Siamo senza parole! Qui sembra imbottigliassero acqua! ed eccole le strane bottiglie blu, lungo il muro ve ne sono a centinaia ben sistemate creando una geometria colorata, affascinante, in contrasto con la vegetazione e il muro. Sui nastri trasportatori, altre attendono d'esser riempite.
L'impianto è ancora in buono stato, con i suoi rulli e le sue cisterne. Il pannello dei comandi con i suoi bottoni ci affascina, come bambini premiamo uno o due pulsanti, con sempre quel leggero timore (inutile) di sentir partire qualche motore. Siamo rapiti dalle auto ma si sta facendo tardi, ci sparpagliamo per il capannone, immortaliamo ciò che ci colpisce e decidiamo che è giunta l'ora di andare.
Usciamo sotto la pioggia, felici e al contempo tristi. Tiriamo su i nostri cappucci, quasi a voler nasconderci a questo luogo, ci scrolliamo di dosso la strana sensazione di malinconia e disagio, silenziosi lasciamo la dimora sola e nuovamente vuota, sospesa in una sorta di limbo... A fargli compagnia solo la melodia dell' acqua e il suo lamento ...
"Finché si avranno passioni non si cesserà di scoprire il mondo"...
È ciò che la nostra passione ci porta a fare ogni giorno, ogni weekend libero, scoprire le bellezze nascoste che ci circondano. Tra sacrifici, km, spese e risvegli all'alba...