"A Consonno il cielo è più azzurro"
Maggio 2021 * William De Biasi *
La strada che porta a Consonno è una strada di montagna, l’aria che si respira nel percorrerla è serena il panorama è rilassante, ma basta ben poco per scorgere nella natura selvaggia quella bellezza dello sfarzo abbandonata a se.
Si scende dalla discesa per ritrovarsi quasi davanti agli occhi questo grande minareto, la nostalgia inizia già qui a farsi sentire… un luogo abbandonato a se, ricoperto ora da graffiti che rendono il tutto non mistico, ma misterioso… parole, volti… fatti da mani sconosciute, che hanno voluto lasciare un segno tangibile della loro arte e del loro pensiero in un posto dimenticato da tutti
Correva l’anno 1962 e per la precisione era l’otto di Gennaio, questa è la data che segnerà l’inizio della fine per il piccolo borgo di Consonno, una frazione di Olginate in provincia di Lecco, 300 abitanti, il cui patrimonio immobiliare era di proprietà della Società immobiliare Consonno Brianza.
La società decide di vendere in blocco l’intero borgo al ricco imprenditore Conte Mario Bagno, che decide di raderlo completamente al suolo per costruire la “Città dei Balocchi”, salvando solo la chiesa di S. Maurizio ancora oggi visibile.
La “Las Vegas” della Brianza viene così costruita, un’accozzaglia di fabbricati eccentrici con testimonianze rievocative di diversi luoghi del mondo. Ad esempio furono eretti un improbabile minareto, ora simbolo di Consonno, una galleria di negozi in stile arabeggiante, pagode cinesi e sfingi egiziane, guardiani medioevali e cannoni, sale da gioco e sale da ballo, colonne doriche e il “Grand Hotel Plaza”.
"A Consonno il cielo è più azzurro"
"Quello che nessuno è riuscito a comprare e mai nessuno riuscirà a comprare è lo spirito di Consonno"
★ 02 ★ La “Casa Rossa” della Valsassina
Villa De Vecchi, provincia di Lecco, in località Cortenova nella frazione di Bindo conosciuta nel mondo dell’esoterismo mondiale come la “Casa Rossa”, venne realizzata tra il 1854 e il 1858 da Felice De Vecchi, eroe delle Cinque Giornate di Milano e protagonista del risorgimento italiano.
Era una villa meravigliosa su 3 piani realizzata dall’eclettico architetto Alessandro Sidoli, la villa era poi disposta all’interno di un parco enorme con piante ornamentali e ed una fontana oggi ormai scomparsa.
Quasi non si nota la Casa Rossa, ricoperta da questo rampicante che la nasconde, che nasconde il mistero che è successo fra quelle mura.
Intorno ad essa aleggia questa sensazione di mistero, un brivido ci pervade avvicinandoci.
La ammiriamo cercando di immaginarci come un tempo maestosa e imponente riempisse questo immenso prato su cui è posata.
Entriamo, titubanti, in silenzio, come quasi a non voler disturbare qualcuno, che però ormai non c è più, almeno fisicamente.
I vandali qui sono già passati, a scrivere, a distruggere quel poco che è restato.
Un grande camino, un'acquasantiera, i resti di un pianoforte, le poche decorazioni rimaste ai muri, ci fanno immaginare scene del quotidiano, due chiacchere intorno al camino, la moglie che con gioia vede rientrare il marito dalla battuta di caccia, mentre la figlia suona una melodia al pianoforte che riempie la casa e rilassa il cuore. E poi nulla, alla mente ritorna il dramma successo e tutto sembra ancora più freddo e cupo.
Una bellezza distrutta l’istinto mi porta ad accarezzare le mura, percorro la casa nella sua grandezza, sembra quasi di sentire il dolore è devastante vederla così sola e malinconica.
Dall'interno della casa cerco di guardare fuori, il mio sguardo vede fra il verde che stringe la casa, un abbraccio consolatore, come stesse cercando di far sembrare quel dramma meno triste.
Ci sono sensazioni che è difficile spiegare, ma che entrano come un pugno nello stomaco, e stanno lì e solo lì, in quelle case avvolte nel mistero.
★ 03 ★ Il borgo fantasma di Savogno
Una strada di 2886 gradini tra le montagne e le cascate … tutto in provincia di Sondrio nel territorio del comune di Piuro, un piccolo borgo oramai abbandonato ma perfettamente conservato testimonia la bellezza della vita rurale e della montagna. Savogno è arroccato su un terrazzo naturale, a 930 mt sopra le cascate dell’Acquafraggia in mezzo alla natura più incontaminata, il paese lo si raggiunge solo a piedi percorrendo una mulattiera di 2886 gradini.
Il borgo hai origini medioevali con caratteristiche mura in pietra e loggiati in legno nel borgo è presente una chiesa dedicata a S. Bernardino datata 1465 con interessanti affreschi, in passato il paese fu un’importante via di passaggio per raggiungere la svizzera fino al 1968 quando gli abitanti si trasferirono più a valle abbandonando il paese.
Oggi il borgo è meta di turisti ed escursionisti, soprattutto nel periodo estivo quando un bar-rifugio offre ospitalità a chi arriva a Savogno in cerca di un luogo nascosto.
Una leggenda narra che sul paese ci sia una maledizione fatta dallo stesso Diavolo che per rivendicare il maleficio abbia impresso la propria impronta su una roccia chiamata “il sas de l’anticrist” che possiamo trovare mentre si risale verso il paese
★ 04 ★ Grand Hotel Campo dei Fiori
Da luogo abbandonato e dimenticato da tutti a set cinematografico, ebbene si è proprio qua che nel 2017 sono state girate alcune scene del remake del film di Dario Argento Suspiria del 1977, con la regia di Luca Guadagnino.
Il film ci catapulta nella Berlino anni 70 in un mondo oscuro, governato da danza, streghe e scienze occulte.
Il Grand Hotel Campo dei Fiori a Varese, è un capolavori dell’arte liberty italiana una storia lunga 150 stanze.
Si tratta di un luogo che accende un grande interessi legato al fascino d’altri tempi, alle vite che da qui sono passate e alle storie che si sono intrecciate agli amori nati e alle storie vissute.
Negli anni venti era considerato un hotel di lusso ed era la meta di soggiorno d’élite interrotta solo dalle due guerre. Durante la guerra infatti alcune stanze vennero adoperate come ospedale.
Nel secondo dopoguerra, con il boom economico degli anni 50 e la diffusione dell’automobile, gli Italiani iniziarono a spostarsi altrove per le vacanze e tutta la zona di Varese vennero via via abbandonati dal turismo.
Il 1958 è stato l’anno che ha segnato il declino di questo gigante liberty, infatti viene chiuso il ramo della funicolare di “Campo dei Fiori” insieme alla funicolare del “Sacro Monte”
Una scelta obbligata, dato il calo nel numero dei visitatori, un calo che portò a chiusura l’Hotel nel giro di dieci anni: l’ultimo ospite a varcare la soglia del bellissimo edificio lo ha fatto nell’ormai lontano 1968.
Oggi è possibile vederlo, dopo 50 anni di abbandono, grazie alle visite guidate realizzate dai Giovani del FAI .
★ 05 ★ Villa Cerri – la villa degli amanti maledetti
Continuiamo ora il nostro itinerario verso l’ultima tappa del nostro tour attraverso i luoghi del mistero, ci trasferiamo in provincia di Pavia, Villa Cerri una villa d’inizio Novecento, con i suoi infissi cadenti, i vetri rotti e la caratteristica torretta vetrata, tra la vegetazione e il grigiore delle nebbie della pianura, pare sospesa nel tempo elegante ma vagamente sinistra.
Un duplice omicidio/suicidio una moglie infedele che si fa trovare a letto con lo stalliere e un tragico epilogo: ecco i tre ingredienti base di una delle leggende. I fatti risalgono a un brutto giorno di fine estate del 1912. Pietro Cerri proprietario della splendida tenuta oggi disabitata, tornava da una battuta di caccia, non trovando sulla porta d’ingresso la giovane moglie come era solita fare ebbe subito dei sospetti. La sorprese infatti con l’amante stalliere all’ultimo piano della torretta della villa, la coppia era in atteggiamenti inequivocabili.
Il marito accecato dalla rabbia e dalla gelosia sparò con il fucile da caccia sulla coppia di amanti uccidendoli entrambi, lavando così nel sangue il tradimento. Il terzo colpo, l’ultimo, lo riservò a se stesso. Nella villa non rimase anima viva. Ma altre presenze non tardarono a manifestarsi e la villa prende il soprannome di Villa degli amanti di Lomello