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19 Settembre 2020 * Lara Branchi *
Ed è arrivata di nuovo la Domenica… che si fa?
Oggi abbiamo pensato di spostarci in Trentino, nella Val Genova per vedere le Cascate Nardis situate nel Parco Naturale Adamello Brenta.
Sveglia relativamente presto, il tempo stamane non è dalla nostra parte, ma non per questo ci facciamo intimorire.
Solita routine, preparazione zaini, scarpe adatte e tappa nella nostra forneria di fiducia. Ovunque si vada, bisogna sempre avere con se acqua e cibo!
Solita domanda: Hai preso tutto? Mah, sembrerebbe di sì!
Da dove partiamo noi, quindi dalla provincia di Brescia ci vogliono circa tre ore, ma a Will non pesano… se non ve l’ho ancora detto lui è agente di commercio: praticamente in giro tutto il giorno con la macchina.
Fra una risata, una canzone stonata e una risposta alle domande singolari di Michael, il viaggio passa veloce.
A causa delle disposizioni Covid-19 l'ingresso al parcheggio è consentito previa prenotazione telefonica. Vedi qua sotto la sezione dedicata ai Contatti utili.
Arriviamo al Parco e ci dirigiamo verso il rifugio che è proprio vicino alle cascate, parcheggiamo la macchina e ci fermiamo ad ammirare la vista del torrente… limpido e impetuoso ci lasciamo affascinare da questi meravigliosi sassi bianchi…puntinati di nero… (penso sia granito bianco) che sommersi dall’acqua sembrano dipinti.
Per chi volesse usufruire di un parcheggio gratuito, può trovare una zona adibita a circa 3 km. dai parcheggi a pagamento, e percorrere il “sentiero delle cascate“, un bel percorso che costeggiando il fiume Sarca permette di ammirare la splendida Val Genova.
Dal rifugio alle cascate saranno sì e no 5/7 minuti di stradina che affianca la strada da un lato ed il torrente dall’altra.
Arriviamo nei pressi delle cascate. Il loro rumore sembra confermare la loro presenza. Sono lì di fronte a noi, grandi, limpide, forse sarebbero state ancora più splendenti con il sole a riflettere nell’acqua, ma sono lo stesso straordinarie cosi.
Siamo ai piedi della cascata, 130 mt di salto che in inverno ghiacciando permettono splendide arrampicate su ghiaccio. Decidiamo di scalare un po’ i grandi massi che stanno proprio davanti ad essa, per riuscire ad avvicinarci meglio a quello spettacolo…
Arriviamo praticamente sotto la cascata, l’acqua è gelida, ma la sensazione che si prova è meravigliosa, ci fermiamo per qualche foto e poi lasciamo il posto ad altri curiosi che come noi, si sono arrampicati sui sassi.
Scendiamo e ritorniamo verso il rifugio, decidiamo di non percorrere la stradina ma di scendere proprio vicino al torrente, quasi nei pressi della macchina troviamo un ottimo posticino dove sederci vicino all’acqua sui sassi del torrente.
troviamo poco più avanti un ponte che attraversa il torrente ed entra nel bosco. Che emozione!
Scopriamo che possiamo vedere i rifugi della I guerra mondiale…
Siamo nella zona dello Sbarramento di Fontanabona dove si incontravano due linee difensive austroungariche.
La zona conserva i resti di piccole fortificazioni una ancora ben visibile e tracce di camminamenti e trincee collegate da un ponte sul fiume Sarca che sarebbero servite a fronteggiare una invasione italiana.
E’ ancora possibile entrarvi, percorrendo le pagine di un passato che non si dimentica ma che viene inesorabilmente nascosto dalla fitta vegetazione e dal muschio che ricopre tutto.
Presi dall’entusiasmo ci incamminiamo in questo sentiero. La natura ha praticamente nascosto tutto cio che l’uomo ha costruito.
Il percorso, in alcuni tratti presenta scalini realizzati dall’uomo in altri è un sentiero naturale abbastanza semplice da percorrere, ma molto emozionante.
E riprendiamo la macchina. Percorrendo la strada ci fermiamo a vedere l’ex cimitero dei soldati 1916-1918 in località Todesca e dietro una chiesetta troviamo un altro sentiero che porta alla cascata di Folgorida. 15 minuti di camminata e ci si ripresenta davanti agli occhi un'altra meravigliosa cascata, meno sponsorizzata ma non meno bella.
Ci fermiamo ad ammirarla, cercando di portare con noi quella strana quiete che una cascata impetuosa può darti. Riprendiamo poi la macchina e proseguiamo ancora una volta verso la strada.
La giornata ormai si sta concludendo e con essa anche la stagione. Oggi è l’ultimo giorno in cui l’alpeggio è aperto, cerchiamo di arrivare alla Malga Caret. Troviamo questo gentilissimo ragazzo e facciamo scorta di quel poco ma buonissimo formaggio che è restato.
La giornata ormai è giunta al termine, con il rumore dell’acqua nelle orecchie e la serenità nello spirito…torniamo a casa mentre il sole nascondendosi dietro alle cime montuose ci saluta con i suoi ultimi raggi…