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28 marzo 2024 * William De Biasi
Una delle più belle residenze barocche della collina di Torinese, oggi Villa Moglia appare completamente violata e vandalizzata, coperta dalla vegetazione quasi a volerla nascondere.
Il suo ingresso è pressoché celato dall’edera che avvolge tutto il cancello, facendo solo intravedere quello che un tempo era un leone, lo stemma di famiglia.
La villa di inestimabile valore si estende su una superficie di oltre 6.000 mq e il circostante Parco Centenario si estende su una superficie di 30.000 mq.
Una delle attività maggiormente voluta dai Savoia in questa zona era la lavorazione della preziosissima seta grazie all’abbondanza di acqua e al clima, favorevole alla crescita dei gelsi, pertanto la villa fu all’origine un opificio, di proprietà della famiglia Turinetti. Nel 1725 la fabbrica fu trasformata in residenza nobiliare.
Il nome Moglia deriva da un'antica famiglia che un tempo possedeva una proprietà a due miglia dalla villa chiamata Borgata di Moglia Tana. All'interno del complesso è presente una cappella, che conserva ancora l'altare, dove da tempo vengono fatte messe nere e riti esoterici ed ora è dedicata alla “santa morte”. Era considerata una delle più belle e ricche cappelle della zona.
Alla sua realizzazione vi lavorarono artisti del calibro di Francesco Beaumont e Vittorio Amedeo Rapous che realizzò due grandi tele oggi conservate a Torino, mentre le due statue lignee come il tabernacolo sono state oggetto di furto.
All’interno molti soffitti sono crollati, e nascondono la bellezza di preziosissimi affreschi. Si dice inoltre che la villa contenesse al suo interno una delle biblioteche più ricche di tutta la provincia torinese.
Tra il 1770 ed il 1775 alcuni tra i migliori architetti, pittori e scultori lavorarono alla ristrutturazione dell’imponente residenza, conoscendo così il suo massimo splendore.
Sul retro anche se nascoste dalla vegetazione si possono ammirare i due ampi giardini terrazzati, il rustico ed il cosiddetto “tinaggio” ovvero il locale dove stavano i tini che contenevano l'uva dei vicini vigneti nella fase della fermentazione.
Villa Moglia si sviluppa su due piani, oltre cantina e soffitta, ed ha una pianta molto particolare: il corpo centrale, probabilmente il più appariscente dal punto di vista della decorazione interna, è a forma di U, da lì si passa attraverso un corridoio parzialmente crollato per arrivare ad una grande stanza con molti posti a sedere e un bagno. L’ipotesi più accreditata è che si trattasse di una sala conferenze o qualcosa di simile. Un'altra ala dell'edificio si estendeva longitudinalmente sul retro della struttura centrale.
Venduta alla fine dell’ottocento, la villa passò nelle mani dei Salesiani che nel 1925 seppero dare nuova luce allo splendido edificio, spostandovi il Noviziato. Grazie alla sua posizione decentrata rispetto alla città divenne ben presto uno dei più importanti centri di noviziato in Italia.
Dopo circa mezzo secolo la struttura venne messa in vendita a causa degli altissimi costi di gestione e nel 1979 venne acquistata dall’Istituto Agrario Bonafous che non riuscì però a superare una grande crisi finanziaria, allora la bellissima dimora viene rilevata dal comune che non disponendo dei mezzi economici per mantenerla segnò per sempre la fine della meravigliosa residenza.Seguici e visita con noi altre location misteriose:
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