Spero di mostrare al mondo che questo posto ha avuto un passato importante da recuperare, ma soprattutto che il destino ha una grande influenza sulla nostra vita.
(Jakub Hadrava)
11 agosto 2022 * William De Biasi
Spero di mostrare al mondo che questo posto ha avuto un passato importante da recuperare, ma soprattutto che il destino ha una grande influenza sulla nostra vita.
(Jakub Hadrava)
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A questo punto della storia però prima di proseguire, vogliamo raccontarvi davvero come sono andate le cose, la storia ci viene proprio raccontata in prima persona da uno dei volontari.
Lukovà ora è praticamente un villaggio fantasma utilizzato solo nella stagione estiva, si trova la prima menzione nel 1115, e compare nello statuto del monastero di Kladrub. Nel 1890 il villaggio era abitato da 108 famiglie tedesche e 19 famiglie ceche che vivevano in 22 case.
Dopo l’annessione delle terre di confine ceche nel 1938 Lukovà divenne parte della Contea Imperiale dei Sudeti.
Alla fine della Seconda Guerra mondiale la popolazione tedesca dovette lasciare il villaggio e il suo reinsediamento non ebbe più successo, ecco che quindi il paese inizia un lento ma inesorabile declino.
La Chiesa di San Giorgio era già attiva come parrocchia nel 1352, demolita durante le guerre hussite e restaurata nel XVI secolo.
Anno 1796 un grosso incendio distrusse la navata centrale e il campanile, due anni dopo venne ricostruita la navata centrale e nel 1858 il campanile. Venne anche rifatta la facciata utilizzando elementi neoromanici e neogotici.
Della chiesa originale e del suo tipico stile gotico rimangono quindi solo il presbiterio con la volta a crociera in vetro e la sacrestia.
“Tutto è stato rotto o rubato. Dipinti e statue sono andati perduti, la campana della chiesa è stata rubata, l'organo della chiesa è stato danneggiato, l'orologio e il meccanismo della torre sono spariti. Tutto è scomparso. Il regime comunista di certo non amava la religione, quindi questo non era certo l'unico sito autorizzato a cadere in rovina".
Nel 2012 Jakub Hadrava uno studente dell’università della Boemia occidentale per il suo lavoro di Laurea decide di creare un’installazione alquanto surreale, installa infatti più di 30 sculture figurative in gesso grazie all’aiuto dei compagni di studio, che usati come manichini sono stati avvolti in un telo di plastica per proteggere la pelle e successivamente coperti con teli imbevuti nel gesso liquido al fine di creare complesse forme incappucciate, modellando il drappeggio a balze secondo la forma dei banchi della chiesa in modo che le figure dei fedeli apparissero il più autentiche possibili
Una volta installate, le figure spettrali hanno assunto diverse interpretazioni: alcuni presumevano si riferissero ai tedeschi etnici espulsi dalla Cecoslovacchia dopo la guerra; altri hanno preso le statue come un più ampio promemoria sulla natura fugace della vita stessa
Altri ancora raccontano che le statue rappresentano le vittima rimaste schiacciate dal crollo del tetto, ma per fortuna non ci fu nessuna vittima,
“Ognuno sperimenta l'opera d'arte in modo diverso. Per alcuni i fantasmi potrebbero essere poco più che mostri di Halloween, per altri rappresentano una spiritualità maggiore.
Sempre secondo le parole dell’artista, affermava nella sua tesi di laurea che lo scopo dell’opera era di avvicinare lo spettatore al mondo passato quando la chiesa era utilizzata da persone per le quali la fede era una parte naturale della vita.
Petr Koukl uno dei residenti del piccolo villaggio nonché amico di Jakub Hadrava non ha dubbi su come vede il lavoro:
“Per me, l'opera rappresenta le anime di persone scomparse da tempo che frequentavano la chiesa. Si riferisce al tempo passato. Penso che rappresentino coloro che anni e anni fa ascoltavano il sacerdote”.