4 luglio 2021 * William De Biasi *
Città Satellite, conosciuto anche come Greenland è stato costruito a metà degli anni ’60 (1964-1965) occupava una vasta superficie di circa 374.000 m² su un terreno che ceduto dai conti Borromeo a Giuseppe Brollo, imprenditore trevigiano, doveva inizialmente diventare una moderna fattoria.
La successiva collaborazione con il giostraio Simeone Sardena fa nascere un immenso Luna Park stabile in concomitanza con la creazione di Gardaland, una novità per l’epoca, dove esistevano fino ad allora sono Luna Park itineranti, ma anche due destini differenti.
Il laghetto di pesca sportiva alla trota con il suo bar sull’isolotto centrale era il punto di partenza del parco, tutt’attorno un trenino panoramico che girava intorno al parco, con i suoi vagoni verdi e la sua stazione, delle montagne russe da urlo, una pista di go-kart, il bruchino mela che faceva divertire i più piccoli, e poi bar ristoranti e tutte le tipiche attrazioni di un Luna Park, anno dopo anno il parco si ingrandiva e con lui si moltiplicavano le persone che qua giungevano con i propri bimbi per passare qualche ora all’insegna del sano divertimento e della spensieratezza.
Gli anni ottanta furono probabilmente il periodo di massimo splendore del parco ma purtroppo con l’arrivo del nuovo secolo iniziarono anche i primi problemi, irregolarità varie, problemi igienici, e difficoltà di gestione portarono il parco al collasso e il giorno di Pasquetta del 2002 arrivarono i sigilli e il sequestro giudiziario dell’intera struttura, era il 1 Aprile ma quello non era uno scherzo, non era un “pesce”, quella chiusura era vera.
Negli anni successivi ...
la proprietà passò ad una nuova gestione, ma un contenzioso tra vecchia e nuova proprietà portò alla chiusura di diverse attrazioni, un ordinanza per abuso edilizio impose la rimozione della pista di go-kart, fino alla sua definitiva chiusura nel 2008 e la messa all’asta dell’intero parco.
Nel 2009 un nuovo progetto di riqualificazione del parco fece sperare in una sua riapertura, tutto doveva coincidere con l’Expo del 2015, ma l’intera struttura rimase così abbandonato al suo destino e alla natura che intanto iniziava a ricoprire tutto.
Da allora tutto e rimasto congelato, abbandonato, la natura e le intemperie si sono impossessate delle strutture, che ai tempi, piene di vita avevano regalato gioie e sorrisi ai molti visitatori che tutti i giorni riempivano di risate il parco. Fino al 2018 quando sono iniziati i lavori di smantellamento delle prime strutture.
Oggi siamo nel 2021, di quel parco restano solo pochi ricordi, in un paesaggio post apocalittico tipico dei più classici horror-movie le montagne russe resistono con la loro scheletrica struttura, sembrano quasi rifiutarsi di smettere di regalare sorrisi ai vari nostalgici che entrano per rimembrare i ricordi di un allegra infanzia.
Ai lati fa ancora capolino in mezzo alla vegetazione “Ok Burger” e la Pizzeria “Bar Katanga” mi sembra quasi di percepire il profumo di pizza e patatine fritte mentre a fatica in mezzo ai rovi raggiungiamo la galleria della monorotaia.
Dalla sua altezza lo scoiattolo mascotte del Luna Park sembra quasi guardarsi in giro con quei suoi occhi smarriti nel vuoto, come vuoto risulta essere oggi il parco, senza più tutti quei bimbi che correvano e ridevano, lui li aspettava all’ingresso del parco, noi lo salutiamo in uscita probabilmente per sempre, con la malinconia di chi sa che questo luogo prima o poi sarà destinato a sparire per sempre.