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Bologna misteriosa

Un viaggio tra enigmi e magia
Fontana del Nettuno

Fontana del Nettuno - la strana illusione ottica

La fontana del Nettuno, soprannominata al Żigànt in dialetto bolognese "il gigante" per via delle dimensioni della statua stessa è collocata nell’omonima piazza, l’opera fu realizzata da Giambologna e terminata del 1566,
L’aneddoto narra che lo scultore volesse una statua con dei genitali più grandi ma ciò avrebbe offeso la chiesa, ed ecco allora che il Giambologna studiò un sistema tale che guardando la statua da una precisa angolazione il pollice della mano proteso verso l’alto possa sembrare un membro eretto, inoltre per facilitarne la visione a terra venne collocata una pietra sopranominata “Pietra della Vergogna”, la si può facilmente distinguere, in quanto di colore nero e collocata ai piedi della scalinata di ingresso della biblioteca Salaborsa
Dopo vari esperimenti, troviamo la mattonella giusta! È proprio vero, l’illusione c’è. Altro piccolo aneddoto è legato al tridente, esso infatti è stato scelto come stemma della casa automobilistica Maserati nata proprio a Bologna il 1 Dicembre del 1914. Proseguiamo poi per le famose vie di Bologna, dove circondati di musica si possono vedere illuminate e fluttuanti le parole delle canzoni di Lucio Dalla. Parole vere che illuminano il cielo ed i pensieri.
Direi che la nostra giornata si può concludere qui, l’ora del coprifuoco è arrivata e anche l’ora di ricaricare le nostre energie.
Dopo una notte, divertente ascoltando i discorsi a volume alto di tre ragazzini della stanza accanto, ci prepariamo ed usciamo. La nostra prima tappa sono le mura parlanti

Torre degli Asinelli Torre degli Asinelli

Torre degli Asinelli - la sua leggenda

Il segno distintivo di questa splendida città erano proprio le sue torri non si sa come mai c’è ne fossero così tante e nel periodo di massimo splendore se ne contavano addirittura un centinaio, oggi ne restano solo 22, sembra che sia per scopo difensivo sia come simbolo di prestigio sociale e di potere dalle famiglie ricche.
Tutti pronti i 498 gradini non ci spaventano, la scala all’interno è restata praticamente com’era, certo con le varie manutenzioni. Ogni tanto un piano facilita la salita, quindi ti da modo di fermarti un attimo, riprendere fiato e controllare dalle finestre l’altezza raggiunta. Ripreso il fiato su di nuovo, pausa, e finalmente ci siamo. La vista è mozzafiato, l’altezza rende tutto ancora più emozionante. Con i suoi 97,20 metri di altezza e una pendenza di 2,23 da qui si può vedere tutta Bologna e i suoi tanto cantati “colli”. Inoltre tra gli studenti universitari vi è la credenza che a salire sulla Torre degli Asinelli prima di aver conseguito la laurea potrebbe impedire di raggiungere l’obbiettivo. La sorella minore della Torre degli Asinelli è la Garisenda che ritroviamo anche nella Divina Commedia, e di cui resta traccia in una targa affissa sul lato opposto alla torre.

Qual pare a riguardar la Carisenda
Sotto il chinato, quando un nuvol vada
Sovr’essa sì, ch’ella in contrario penda:
Tal parve Anteo a me che stava a bada
Di vederlo chinare…

La Garisenda è alta circa la metà ma purtroppo chiusa al pubblico a causa di una maggiore pendenza che la rende pericolosa ed inagibile.
Ma veniamo alla leggenda, si narra di un uomo che dedicava la sua intera vita al lavoro nei campi nella speranza di aumentare i suoi possedimenti e dare così un futuro migliore alla sua famiglia e a suo figlio. In questo duro lavoro il contadino era aiutato da due instancabili asinelli, un giorno mentre lavorava nei campi vicino a casa gli asinelli iniziarono a scalciare in maniera irrequieta, L’uomo corse in aiuto ai due instancabili lavoratori e solo nel momento in cui fu vicino ai due animali si accorse che dalla terra sbucava quello che a prima vista sembrava un baule, scavando in quel campo venne quindi alla luce un baule ricolmo di monete d’oro e pietre preziose, il tesoro venne quindi chiamato il “tesoro degli asinelli” e a nessuno neanche alla sua famiglia il contadino raccontò nulla.
Con il passare del tempo la sua vita con quell’immenso tesoro divenne più agiata ma in modo graduale senza destar sospetti a nessuno. nemmeno verso la sua famiglia. Intanto il figlio del contadino era cresciuto aveva studiato e iniziava ad affermarsi grazie alla sapienza del padre e agli studi intrapresi. Il giovane si innamorò perdutamente della figlia di una delle famiglie più ricche di Bologna e l’amore era anche ricambiato, ma troppo alto era il dislivello sociale e la famiglia della fanciulla non vide di buon occhio l’unione dei due giovani e anzi per evitare che la storia proseguisse disse che avrebbe accettato quell’unione solo qualora il giovane fosse riuscito a costruire una “Torre” molto alta.
Beh potete immaginare come fini, il giovane parlò con il babbo che non si lasciò scappare l’occasione e con l’immensa fortuna che ancora aveva iniziò subito la costruzione di quella che oggi conosciamo appunto come la “Torre degli Asinelli”
Restiamo un po’ ad ammirare il tutto e poi pronti x la discesa, che con più attenzione si deve fare ma certamente con meno fatica.

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