13 giugno 2021 * William De Biasi *
Ed eccoci in una nuova avventura firmata Extreme Adventure, oggi la mancanza della mamma si farà sentire ma non rinunciamo a questa gita, in visita al Forte di Valledrane sopra al Lago d’Idro.
Partenza in mattinata, tappa in forneria e poi via verso questa nuova esperienza in compagnia del mio cucciolo.
Già attivo nel 1912, il Forte Valledrane era armato con 6 cannoni da 149 mm e 3 super polveriere, sin dall’inizio ha un destino segnato, difatti non sparerà mai nemmeno un colpo.
Il Forte è il vero punto cruciale del sistema difensivo denominato "Sbarramento Giudicarie" uno dei più grandi d’Italia. Con l'appoggio del Forte di Cima d'Ora, della Rocca d'Anfo, delle batterie del Monte Manoa, questo imponente complesso di fortificazioni doveva scoraggiare e in caso di necessità impedire un qualsiasi tentativo di invasione del territorio italiano lungo il confine Idro - Valle Sabbia. Possenti e importanti lavori che resteranno del tutto inutilizzati, in quanto la linea del fronte si sposterà, subito dopo l'inizio della guerra, diversi Km più a nord presso lo Sbarramento di Lardaro, sistema fortificato già predisposto dagli austriaci per difendersi usando posizioni naturali favorevoli rafforzate da ingegnose fortificazioni.
Anche se è stato depredato, oggi è meta turistica con una bella vista sul lago d’Idro ammirabile in tutta la sua lunghezza scorgendo l’inizio del Trentino.
che grazie al soggiorno in sanatorio a Valledrane torneranno a respirare un’aria felice.
Il Forte di Valledrane
Venne costruito immediatamente a nord del Dosso Turner, in una posizione adattissima allo scopo, dominante la totalità del lago d’Idro e strategica per scoraggiare tentativi d'invasione provenienti dalla Valvestino, allora facente parte dell'impero austroungarico.
Venne costruito tra il 1906 e il 1912, nell'ambito del piano generale di difesa, voluta dallo Stato Maggiore dell'esercito e che portò, nei primi decenni nel 900 alla realizzazione di ben 48 batterie "tipo Rocchi" lungo il confine alpino con la Francia, l'Austria e l’Ungheria.
Realizzato su quattro livelli, con una struttura in calcestruzzo non armato e pietra, copre una superficie di circa 126 metri, largo 22 e alta 9. Particolarità rara nel progetto costruttivo, rispetto a altri forti contemporanei, la disposizione a gradoni delle batterie, degradante verso occidente per coprire il lato più praticabile e per mantenere l'asse del forte verso il monte Manos, fulcro del sistema difensivo.
Ogni gradone ospitava due pozzi per installazioni d'artiglieria da 149 mm tipo Armstrong, con cupola in acciaio prodotta dalle officine di Terni, dello spessore di 140 mm, girevoli a 360°: ogni pezzo poteva sparare proiettili del diametro di 149 mm, con una gittata massima tra i 12 e i 24 Km, quindi in grado di colpire l’opposta sponda del lago d'Idro.
A difesa accessoria del forte, due postazioni contraeree, una delle quali ben riconoscibile di fronte all'ingresso del forte, di cui si può ben vedere il cerchio di gradazione del pezzo una batteria di 4 cannoni da 75 sul monte Antegolo, a est del forte, più sud per due pezzi da 149.
Allo scoppio delle ostilità il forte verrà gradualmente disarmato, tanto che alla fine del 1915 risulteranno presenti solo 30 soldati, alcune obsolete mitragliatrici e un pezzo d'artiglieria non in cupola.
Verrà riarmato solo nel 1918, causa voci di una possibile offensiva nemica, un'altra volta inutilmente.
Finita la grande guerra, verrà di nuovo disarmato e le strutture accessorie a sud del forte verranno riattate e utilizzate come "Opera Pia Sanatorio infantile di Valledrane". Nel Secondo Conflitto mondiale diventerà deposito della Todt e sarà teatro di scontri tra partigiani e tedeschi.
Ebbene sì, a Valledrane l’aria è magicamente pura, la polvere da sparo non ha rovinato questo luogo che salverà centinaia di bambini ammalati gravemente, che grazie al soggiorno in sanatorio a Valledrane.