29 agosto 2021 * William De Biasi *
Oggi ci spostiamo nei pressi di Vercelli, andiamo ad approfondire una leggenda ancora poco conosciuta, avvolta da un velo di mistero, la Chiesa della Madonna delle Vigne e il suo Spartito del Diavolo, qua tra nebbia, risaie e grange si nasconde questa piccola chiesa, in mezzo alla boscaglia, nei pressi del cimitero della Darola, sulle colline tra Trino e Montarolo, procedendo in mezzo al bosco solo il silenzio ci accompagna fino ad uno spiazzo, li proprio in mezzo tra rovi e arbusti si staglia contro un cielo limpido una struttura dalla forma a torre, con una pianta ottagonale, il portone sembra quasi non abbia sopportato la pressione di madre natura che con il suo lento cammino cerca di invaderne l’interno, la struttura è in mattoni, e i segni del decadimento sono vistosi, le finestre sono sfondate lasciando il suo interno al totale uso di uccelli che quitrovano riparo dal gelido inverno.
La chiesa nel suo corpo originale è datata nel XVII secolo, ma è nel 1700 che viene ampliata, e benedetta solo nel 1713.
L’interno anche se spoglio ha comunque tracce di affreschi e cornici in gesso, l’abside centrale ha una nicchia blu oramai vuota, al cui interno era racchiusa la Madonna con bambino, una statua lignea tutta d’un pezzo che col braccio destro alzato sembrava sorreggere qualcosa, ma siccome nulla reggeva in mano, la domestica del vicario decise di posizionare sulla mano un grappolo d’uva in maniera regolare e continuativa, ed ecco allora da dove deriva il nome della chiesa, la statua è stata poi successivamente traslata presso la grangia di Montarolo, che essendo privata non è visitabile, durante la festa della Madonna e qui vi rimase per sempre.
Con lo spostamento della statua verso la chiesa di Montarolo, inizia un inarrestabile abbandona della Chiesa, fino alla sua sconsacrazione nel 1967 e al suo totale decadimento in cui versa ora.
Ma veniamo ora alla sua leggenda...
ovvero al motivo principale che ci ha spinti fino a qua, siamo nei pressi del Principato di Lucedio, di cui si racconta che l’etimologia del nome derivi da Lucifero, sicuramente falso ma questo ha favorito il propagarsi di queste leggende, siamo alla fine del 1600 e sembra che un gruppo di ragazze avrebbe usato un rito satanico per evocare il Diavolo in persona, anche le suore vi parteciparono diventando così le sue “sacerdotesse”.
Il Diavolo raggiunse la vicina abazia di S. Maria di Lucedio impossessandosi dei monaci che da allora iniziarono a praticare il culto dell’Oscuro Signore, spingendosi fino agli abusi e alle torture.
Anni dopo un gruppo di religiosi riuscì a liberare l’abazia dalla maligna presenza imprigionandola dentro la chiesa in una cripta e a guardia di essa misero due monaci mummificati.
Per aumentare la potenza dell’incantesimo un monaco compose una musica magica, molto potente ma con una duplice chiave di lettura. Lo spartito infatti essendo eseguibile da entrambi i lati avrebbe sì la capacità di tenere il Demonio imprigionato se suonato in maniera corretta, ma se eseguito al contrario avrebbe il potere di liberare il Diavolo dalla sua prigione.
Per anni si cercò lo spartito nell’abazia, ma inutilmente, si pensò quindi che visto la sua enorme potenza potesse essere stato distrutto, invece ecco che finalmente nel 1999 venne ritrovato.
Lo Spartito del Diavolo infatti è collocato all’interno della Chiesa della Madonna delle Vigne, di fronte a ciò che resta dell’altare, sopra alla porta di ingresso.
Noi non abbiamo avuto il coraggio di suonarlo al contrario ma sicuramente qualcuno avrà già provato a liberare l’angelo nero, peccato che hanno anche liberato la loro ignorante rabbia distruggendo e depredando tutto quello che poteva essere staccato.