15 dicembre 2024 * William De Biasi
Ore 10:48
Mi sono fermato nell’atrio delle scale, sembra di essere in una stanza con il balconcino interno. Quello con i vetri colorati. C'è un dipinto murale sbiadito che ritrae una strada di paese, e per un momento ho avuto l’impressione che potesse essere lo stesso borgo là fuori, come visto da un sogno. Ho appoggiato la mano sulla balaustra: era fredda, ma non ostile. Come se la casa mi riconoscesse.
Alla base del dipinto c’è la firma dell’artista, O. Baussano, ho un tuffo al cuore, il grande artista aveva dipinto in questa casa, nativo di Asti (19 Aprile 1898-1970) oltre ad essere pittore fu anche scenografo, contribuendo alla rinascita del Palio di Asti negli anni ‘30 realizzando manifesti e costumi. Nel 1933 ha disegnato il marchio del consorzio dell’Asti spumante. Nel 1962 un ictus lo ha costretto a dipingere con la mano sinistra fino alla sua morte avvenuta nel 1970.
Ho camminato poi tra le sale vuote, dove il silenzio è più spesso del tempo. L’intonaco cade come neve dai soffitti barocchi. Sulle pareti, boschi e colonne dipinte sfumano, scompaiono. I volti riflessi negli specchi dorati non sono più nostri, ma di qualcuno che ha atteso troppo a lungo. Ho pensato che forse questa villa non è abbandonata: è solo in attesa. Di cosa, non lo so. Di chi, forse.
C'è qualcosa di dolce e tragico qui dentro. Una bellezza che resiste, anche se piegata. Come una vecchia fotografia che non vogliamo buttare, anche se nessuno sa più chi siano le persone ritratte.
Ho lasciato la villa che erano quasi le undici. Non ho preso nulla, nemmeno un frammento. Solo questa sensazione addosso: che Villa Serena sia un luogo che non chiede di essere salvato, ma solo ricordato.
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