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2024 * William De Biasi
Fino a qualche anno fa, l’Oratorio di San Giovanni e della Ca’ Nova era una realtà che rischiava di scomparire per sempre. Visitato per la prima volta nel 2021 era in uno stato di abbandono completo, salvo che per la presenza di una quantità enorme di piccioni.
La zona sacra è immersa nella pace e nel silenzio, era inoltre luogo di guerra. Pure in questa occasione il Signore non ha potuto far altro che soccombere alla volontà dell’uomo, anche se non si parla di vera guerra ma di una zona dedita alla pratica di Soft Air, da parte di una Asd locale.
Eretto nel 1737 da un certo Giovanni Fulgoni, proprietario terriero, l’Oratorio sorge di fianco alla cascina Ca’ Nova
Fino a metà degli anni '80 in questo luogo si tenevano ancora messe e si celebravano matrimoni. Oggi lo stato della cappella dedicata a San Giovanni Battista (la sua statua troneggia in una nicchia sopra la trifora che ancora domina il campo) è quello di un edificio che, se pur totalmente ripulito dopo la nostra prima visita, necessita ancora di numerosi interventi..
Il pavimento è stato totalmente ripulito dal guano, come anche i banchi; restano le tracce dell’umidità che lungo le pareti ha intaccato le pitture,
L’Oratorio, che è comunque un luogo sacro, si differenza dalla chiesa che è per tutti i credenti e di libero accesso, perché pone delle limitazioni per l’ingresso dei fedeli, essendo stato eretto specificatamente per determinate persone fisiche o comunità ristrette e può quindi essere pubblico, semi-pubblico o privato a seconda del suo uso particolare.
In questo caso l’Oratorio risultava essere pubblico in quanto la struttura affacciava direttamente sulla strada pubblica.
Il piccolo gioiello viene attribuito all’architetto Antonio Maggi (1709-1770) eccellente esponente del tardo Barocco emiliano e lombardo.
Fa parte dell’adiacente cascina Ca’ Nova e rappresenta un patrimonio architettonico ma soprattutto storico che testimonia un passato in cui la vita sociale ed economica dell'intera provincia era influenzata dalle stagioni e dai ritmi della terra. Si trattava di antiche masserie “contadine” dove le famiglie vivevano un’esistenza semplice fatta di sacrifici.
Nell’800 dai pochissimi documenti rimasti sembra che questo luogo fosse considerato un piccolo borgo, dove vivevano circa venti famiglie, e le famiglie di allora non avevano certamente la dimensione di quelle “moderne”,
Sono 287 anni che l’oratorio esiste; il tempo, l’incuria e i vandali hanno cercato di cancellare le tracce del passato, un passato che se non impariamo a conservare rischia di essere inesorabilmente dimenticato dalle future generazioni. Le vecchie cascine sono state luoghi di abitazione e di lavoro, ma anche centri del mondo contadino tipico del vecchio Paese.
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