Guardo il mio riflesso ogni giorno, ma non riconosco più la persona che mi osserva dall’altra parte
02 novembre 2024 * William De Biasi
Guardo il mio riflesso ogni giorno, ma non riconosco più la persona che mi osserva dall’altra parte
In questo labirinto di memorie, camminavo lentamente, un ospite in un sogno che sapevo di dover lasciare. Ogni specchio a cui mi avvicinavo raccontava una storia diversa; alcuni riflettevano volti sorridenti, altri lacrime di addio. In un certo senso, mi sentivo anche io parte di quella casa, legato ai suoi segreti, ma consapevole che ogni passo che facevo mi allontanava dalla sua essenza vitale.
E mentre esploravo le stanze, la sensazione di rassegnazione cresceva in me. Era come se la villa stessa fosse in attesa, in attesa di qualcuno che potesse riempire quel vuoto con nuovo amore, nuove storie, o almeno nuove parole. Ma nessuno sembrava ascoltare il richiamo di quelle pareti che avevano visto tanto, che avevano accolto e abbracciato generazioni di speranze e di sogni.
Isolato, immerso in questo silenzio carico di significato, riscoprivo il valore della memoria. La Villa degli Specchi non era semplicemente una casa; era un monumento alla vita, un tributo alla bellezza e alla tristezza del vivere. Qui, nel riflesso dell’usura del tempo, ho trovato un’inaspettata pace. Perché, in fondo, anche nella rassegnazione vi era una sorta di bellezza, un riconoscimento delle esperienze vissute e dei legami indissolubili che, pur nella loro fragilità, continuavano a esistere.
La dimora, anche se vuota, pulsava di vita in un modo tutto suo. Ed era un invitare, un implorare che qualche anima coraggiosa potesse tornare, restituendo vita alla polvere, musica al silenzio. Camminando verso l'uscita, mi fermai un attimo, rivolgendo uno sguardo nostalgico agli specchi che mi circondavano. Erano più di semplici oggetti; erano porte su mondi passati e io, un semplice viaggiatore, avevo avuto il privilegio di entrare, anche solo per un momento.
Quando finalmente uscii dalla villa, il vento portò via il profumo di quell’epoca andata, lasciandomi con la consapevolezza che, anche se il tempo si era fermato, le storie continuavano a vivere nei cuori di coloro che, come me, avevano osato entrare nella villa degli Specchi.
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